hashtag creatività

Addio hashtag: perché il copywriting tradizionale vince nel marketing digitale

L’Hashtag - L'Eroe Caduto

Gli hashtag sono diventati un fenomeno inarrestabile. Nati come strumenti per categorizzare e costruire una community, hanno di fatto invaso ogni angolo della comunicazione online. Dai post sui social media alle campagne di marketing, gli hashtag sono diventati un accessorio indispensabile.

Ma a mio avviso è giunto il momento di fare un passo indietro e chiederci: sono davvero così efficaci? Io, Andrea, con la mia esperienza di creativo, content strategist e web designer, da tempo sostengo con convinzione che gli hashtag siano diventati obsoleti e che dovremmo tornare agli slogan tradizionali. #Mobbasta

Il declino dell’autentico (?) engagement

C’è stato un tempo in cui gli hashtag erano considerati rivoluzionari, un modo innovativo per comunicare e promuovere l’engagement di un marchio, un evento, un prodotto.

Con il passare del tempo, il loro uso eccessivo e quasi sempre improprio ha diluito il loro valore comunicativo. Gli hashtag sono diventati dei semplici segnaposto, un riempitivo.

Ho visto troppi local business utilizzare fantomatici hashtag invece che per slogan ben congegnati ed efficaci, perdendo così l’opportunità di coinvolgere veramente il proprio pubblico. C'è stato poco da fare: il fascino del cancelletto e di scrivere le parole tutte attaccate è difficile da ignorare. Il bonus è dato dall'utilizzo della lingua inglese, anche per la rosticceria. Sì.

hashtag creatività

L’ultimo aggiornamento dell’algoritmo di Instagram

È interessante notare come i recenti aggiornamenti degli algoritmi dei social media riflettano un allontanamento dagli hashtag. Finalmente, aggiungerei.

Piattaforme come Instagram hanno iniziato a penalizzare i post che si basano pesantemente sugli hashtag, favorendo invece quelli con descrizioni ben congegnate e didascalie ricche di parole chiave. Chi l'avrebbe detto, vero? È più importante scrivere testi ben congeniati invece di inserire 20, 30 hashtag di cui un paio sono ultra-generici, un paio hanno il nome del profilo e i restanti sono spam.

Questa tendenza si riflette anche su TikTok e, anche se in maniera diversa, su YouTube, dove il contenuto di qualità e l’uso strategico delle parole chiave ora hanno la precedenza sullo spamming degli hashtag. Ciò sottolinea la necessità di concentrarsi sulla sostanza e sulla rilevanza nella creazione di contenuti.

Il mito dell’engagement grazie a sti benedetti hashtag

Gli hashtag, una volta simboli di comunità e condivisione, sono diventati sinonimo di engagement "vuoto". Troppo spesso, vedo brand che si nascondono dietro un muro di hashtag, sperando di ottenere qualcosa.

Ma l’engagement autentico richiede un dialogo significativo, una connessione umana - sicuramente qualcosa che un hashtag non può fornire. Certo, al committente che di mestere fa l'assessore alla cultura non gliene importerà mai nulla, ma questa è un'altra storia che tratterò in un prossimo articolo.

La Storia degli Hashtag: Dalle Chat ai Social Media

Gli hashtag hanno avuto un percorso interessante. La loro storia inizia molto prima dell’avvento dei social media, nelle chat online, le chatroom, dove erano usati per definire i topic di discussione. Questo uso ha gettato le basi per quello che sarebbe diventato un fenomeno globale.

hashtag creatività

L’Origine nelle Chat

Nelle chat, gli hashtag erano usati per raggruppare le conversazioni per argomento, rendendo più facile per gli utenti trovare e partecipare a discussioni di loro interesse. Questo uso ha dato agli hashtag un senso di community, permettendo alle persone di connettersi attraverso interessi comuni.

L’Ascesa su Twitter

La vera rivoluzione degli hashtag è avvenuta con l’avvento di Twitter. Nel 2007, l’utente Chris Messina ha proposto l’uso degli hashtag come modo per raggruppare i tweet per argomento. Questa idea ha preso piede e gli hashtag sono diventati una caratteristica fondamentale di Twitter, usati per seguire le tendenze, partecipare a discussioni e, naturalmente, per il branding.

Ora Messina è ancora conosciuto per essere l'inventore degli hashtag, tra l'altro.

L’Espansione su Instagram

Instagram ha adottato gli hashtag poco dopo il suo lancio nel 2010. Qui, gli hashtag sono stati usati per categorizzare le foto, permettendo agli utenti di scoprire nuovi contenuti e connettersi con altri utenti con interessi simili. Ricordo anche con piacere come fosse una specie di "traguardo" da raggiungere, pubblicare un post che finisse nei primi 9 del relativo hashtag generico. Bei tempi.

Tuttavia, con il tempo, l’uso degli hashtag su Instagram è diventato meno organico e più orientato al marketing prima e allo spam poi, con marchi e influencer che usano gli hashtag per aumentare la visibilità dei loro post.

Conclusioni

In conclusione, mentre gli hashtag hanno avuto un ruolo importante nel modellare il panorama dei social media, è importante ricordare che sono solo uno strumento. Non dovrebbero sostituire la creatività e l’autenticità che sono al cuore di un efficace branding. Dobbiamo guardare oltre gli hashtag e concentrarci su ciò che conta davvero: creare connessioni significative con il nostro pubblico.

È tempo di dire addio agli hashtag e di accogliere nuovamente gli slogan tradizionali nel mondo del copywriting creativo. Dopotutto, non c’è hashtag che possa sostituire un buon vecchio slogan ben congegnato.

Data pubblicazione: 05/18/2024